MISTICA E RITUALE
Due realtà conciliabili?
Alcune riflessioni sulla Mistica dell'Arco Reale
Allocuzione tenuta al Supremo Gran Capitolo dell'Arco Reale d'Italia del 17 Novembre 2007 dal Primo Gran Principale
Ecc.mo Comp. Fabio Venzi
"Se l'universo non è impegnato in un'avventura metafisica tutto è banale"
Nicolàs Gòmez Dàvila
Abbiamo più volte detto che nel rituale dell'Arco Reale è possibile rilevare non poche componenti che molto hanno a che vedere con il mondo della Mistica.Quello della Mistica è sicuramente un campo delicato e ogni valutazione in merito va fatta con molta attenzione.
Possiamo cominciare ad avvicinarci a questa realtà così distante dall'uomo moderno iniziando da alcune semplici constatazioni. In seguito svilupperemo il nostro pensiero entrando più in profondità.Mistico deriva dal latino "mysticus" che a suo volta deriva dal greco "Mystikòs", e fa riferimento alle cerimonie delle religioni misteriche nelle quali l'iniziato faceva l'esperienza del processo di morte e resurrezione del dio al quale il culto si riferiva. Si parla ovviamente di una sfera del reale diversa da quella accessibile alla conoscenza ordinaria, misurabile e scientifica, e per questo considerata inesistente da chi, con approccio positivistico, nega tutto ciò che non sottostà alla pura ragione. Nella mistica si esprime la fede nella possibilità di un avvicinamento al divino basato sull'intuizione o sulla rivelazione, in contrapposizione ai sensi e alla ragione, partendo dall'assunto che esiste una realtà "altra" dietro il mondo delle apparenze, che sarà possibile comprendere soltanto con un processo intuitivo.
Un'altra differenziazione importante è quella che divide la mistica in profana e religiosa, la prima porta all'esperienza trascendentale, all'esperienza del "mistero", al di fuori dell'ambito religioso, l'altra, al contrario, si avvicina all'esperienza con il "mistero" all'interno dei dettami della fede e soprattutto di una istituzione religiosa.
Detto ciò ci viene subito spontanea una domanda: se la Libera Muratoria è simbolica, nel senso etimologico del termine, perché il simbolo è ciò che riunisce, come è possibile trovare in essa una componente mistica, in questo caso nell'Arco Reale, visto che come detto la Mistica non prevede mediazione alcuna?
Qual è il rapporto tra il cammino interiore della Mistica e le forme ovviamente esteriori della ritualità?
Cominciamo innanzitutto con il dire che la Liberamuratoria dell'Arco Reale non è un esperienza mistica tout court, ma certamente un connotato mistico è presente nel percorso che essa ci propone tramite il rituale, una progressione mai portata a compimento, dove per il compagno anche uno smarrimento nel corso del proprio cammino di conoscenza contribuirà al suo progresso. L'unica condizione necessaria è quella di abbandonare l'approccio secolare al mondo e incamminarsi verso la pura interiorità.
Nel rituale dell'Arco Reale infatti, si può riscontrare un'evoluzione della forma rituale dei tre gradi, una sua trasformazione in direzione di una superiore dimensione trascendente, improntata alla ricerca dell'unità interiore.
Inoltre, in un percorso mistico ciò che dovremmo sviluppare è la nostra apertura all'esperienza, prendere cioè coscienza di ciò che sentiamo emozionalmente e fisicamente trovandoci al cospetto della realtà esterna. E' la capacità di percepire ciò che accade veramente dentro di noi e, a mano a mano che progrediremo in tale percorso vedremo crescere in noi la capacità di aprirci all'esperienza: un percorso trascendente quindi che se affrontato con la reale consapevolezza del suo significato profondo, può aiutarci a una vera conoscenza della nostra anima.
Alla luce di quanto detto riguardo la componente mistica nella ritualità dell'Arco Reale, e il suo innegabile connotato esoterico e Teista, ribadiamo qualora ce ne fosse ancora bisogno, la evidente scelleratezza di tutte le tesi che vedono il pensiero liberomuratorio come figlio della cultura e filosofia illuminista; è infatti inevitabilmente l'ateismo il termine conclusivo a cui deve pervenire coerentemente il razionalismo illuminista, nemico giurato dell'approccio esoterico, un razionalismo che ignora i limiti della ragione stessa e finisce infine con il negare la Trascendenza.
Quando parliamo di Mistica ci troviamo immediatamente davanti ad una scelta in quanto spesso vengono contrapposte una "via occidentale" alla mistica ed una "orientale". Nella prima abbiamo una relazione con il trascendente che viene ottenuta tramite l'estasi, ossia l'uscita da se stessi, nell'altra, l'orientale, l'unione con il divino avviene tramite un rientro in se stessi, l'entasi: un'unione, in ambedue i casi, esclusiva, dove nulla deve frapporsi tra noi e Dio e dove nessuna mediazione deve essere presente.